Portfolio
Tassullo
Dolomite dentro
Il rebranding di un marchio glorioso, come quello di Tassullo nel campo dei materiali edili, è un’operazione particolarmente delicata, perché un grande brand è come un vecchio amico: non lo si vorrebbe mai perdere. Per mantenere una chiara continuità col passato e non sentirne la mancanza, abbiamo quindi conservato lo stencil del vecchio logo, che evocava l’assemblaggio di blocchi da costruzione, e i colori giallo e nero, tipici di ogni cantiere. I caratteri sono stati smussati, la O arrotondata e tutto il logo è stato ricostruito su una griglia di moduli identici come mattoni, moltiplicati per tre o nove volte. La A si è trasformata nella stilizzazione di una vetta, mentre le perforazioni delle lettere hanno mantenuto la loro spigolosità, come le gallerie di dolomia scavate da Tassullo in Val di Non.
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Lapidario come un payoff
C’era poi da definire il nuovo payoff. Il vecchio recitava “Materiali e tecniche per costruire bene e vivere meglio”, o in certe varianti “Tecniche e materiali per costruire”. Ci voleva qualcosa di più breve e incisivo. Volevamo che nel payoff emergesse la forza di Tassullo, la sua unicità. Abbiamo allora puntato tutto sulla dolomia, la regina delle materie prime Tassullo, presente per almeno il 70% in tutti i materiali, una roccia purissima col 30% in più di resistenza meccanica rispetto agli inerti usati dalla concorrenza, carica tra l’altro di un grande valore simbolico e territoriale. Peccato, però, che quasi nessuno sapesse cosa fosse… A forza di scavare nel concetto di dolomia abbiamo così trovato la dolomite, il minerale che costituisce gran parte della dolomia e delle omonime Dolomiti. “Dolomite dentro”. Esplosivo, roccioso. Era lui. Non che in molti sappiano cosa sia la dolomite, ma tutti intuiscono che ha a che fare con le dolomiti. E che è una roba tosta.
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Un sacco di idee
Le applicazioni sarebbero state praticamente infinite, ma una era la più urgente: i sacchi. I materiali da costruzione si vendono in sacchi (o in silos per la verità). Non li scegli dal packaging come la farina, ma non volevamo neanche che i sacchi fossero brutti. Ancora una volta la preoccupazione era identitaria prima che meramente commerciale. Un’orda di sacchi del passato ci ha perseguitato per settimane, come un poltergeist di fantasmi, ma alla fine siamo riusciti a esorcizzarli con una formula antica: “Non avrai altro Brand all’infuori di me”. Un solo brand, un solo sacco, un solo design. Le specifiche sarebbero state solo nel testo, ben evidenti, ma il sacco doveva essere uno: quello Tassullo.
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Uno e trino
Prima ancora che il restyling fosse finito, il brand ci si è moltiplicato sotto agli occhi! La nuova proprietà di Tassullo aveva acquistato anche un altro marchio, HD System, specializzato nel restauro di pregio, e si preparava a lanciare un nuovo brand nel settore dell’edilizia naturale, Puro. Quanti siti ci volevano allora: uno o tre? Dopo un’attenta ricerca di mercato, portata avanti da un prestigioso marketing partner, e la nostra ricerca SEO, siamo giunti alla conclusione che i siti avrebbero dovuto essere tre, uno per ogni brand e mercato specifico. Per quanto distinti, però, i tre siti avrebbero dovuto mostrare una certa parentela, una paternità comune, quella di Miniera San Romedio. Ops, allora dovevano essere quattro! E così è stato. L’impianto grafico sarebbe stato lo stesso, mentre diversi sarebbero stati i colori e il mood delle immagini, oltre ovviamente al tipo di linguaggio e ai contenuti.
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